la Lettre du Lundi

  • 02 ottobre 2018
la Lettre du Lundi

 


PRIMA PAGINA | DIECI ANNI DOPO

Il valore economico della resilienza 

A dieci anni dal fallimento di Lehman Brothers, si moltiplicano le analisi e le riflessioni sugli effetti della grande crisi economica, ed emerge la profonda differenza di come è stata affrontata dai vari paesi. La capacità o meno di riprendersi dalla crisi ha avuto delle importanti conseguenze politiche. Su questo tema è interessante un recente studio del Joint Research Centre della Commissione Europea (Jrc) che analizza la "resilienza" dei Paesi europei alla crisi. 

  • 10 anni in 34 variabili. L'originalità dell'approccio degli economisti responsabili dello studio consiste nel fatto che si basa su un indice aggregato di 34 variabili socio-economiche come il Pil, il grado di fiducia delle famiglie, i redditi, gli investimenti in R&D, non limitandosi quindi all'impatto economico della crisi. Partendo da questi dati, gli autori distinguono tre tipi diversi di resilienza: l'assorbimento degli shock; la capacità di raddrizzarsi; e le condizioni sul medio periodo.  
  • L'importante non è come si cade, ma come ci si rialza. Emerge così un quadro variegato tra i paesi europei. Se Bulgaria, Polonia e Germania hanno resistito molto bene alla crisi, la Grecia, l'Italia e Cipro hanno fatto più fatica. Inoltre,  l'Irlanda e la Lituania, colpite duramente dalla crisi, sono riuscite a uscirne piuttosto agevolmente, mentre altri paesi come la Spagna e l'Italia, per quanto avessero assorbito piuttosto bene lo shock della crisi, hanno fatto più fatica a raddrizzare la loro economia. Nel complesso, secondo la ricerca, solo 13 paesi hanno indicatori più alti oggi rispetto al 2007. 
  • L'Italia osservato speciale. I paesi più in difficoltà oggi, quindi, non sono quelli che la crisi ha colpito più duramente, ma quelli che hanno fatto più fatica a ripartire. Caso principe di questa situazione è l'Italia, la cui economia, secondo le previsioni della Commissione europea, nel 2018 e nel 2019 sarà all'ultimo posto tra  i paesi dell'Unione per crescita. Una situazione che rischia di essere peggiorata dalla prossima legge di bilancio: l'approvazione, questa settimana, dell'aggiornamento del Def, che dimostra l'intenzione del governo italiano di procedere a una manovra espansiva con il deficit al 2,4 per cento del Pil, ha risollevato i timori dei mercati sulla solidità del paese causando un crollo della borsa e una nuova crescita dello spread e aprendo a  una partita di scacchi con la Commissione europea. L'Italia mostra ancora una volta l'importanza politica della resilienza economica. 

 


 

 


 

 2 | LA CARTA DELLA SETTIMANA

Il petrolio incrina l’asse tra Arabia Saudita e Stati Uniti 

L'Arabia Saudita ha seguito la decisione dei paesi dell'Opec di ignorare le richieste dell’amministrazione Trump di abbassare il prezzo globale del greggio come misura per indebolire l'Iran. Il rifiuto saudita è solo l'ultimo di una serie di incomprensioni con Washington su diversi dossier di politica estera e mediorientale, divergenze che potrebbero nascondere difficoltà molto più profonde nel rapporto storico tra Arabia Saudita e Stati Uniti. 

  • Alla base del rifiuto dei membri Opec vi sono considerazioni di tipo economico-strategico: infatti, vi è la convinzione che dopo quattro anni di prezzi bassi, il petrolio inizierà a crescere tornando a sfiorare i 100 dollari al barile; inoltre gli Stati Uniti, grazie alla produzione di shale gas, sono competitori sempre più forti per i tradizionali produttori.

La carta di questa settimana offre una visione d'insieme sulla produzione di petrolio nei paesi del Medio Oriente allargato.

 

 


 


3 | UN CONTINENTE SU SCALA GLOBALE 

Una piccola rivoluzione al Bundestag per Merkel 

Volker Kauder, il presidente del gruppo dell'Unione Cdu/Csu al Bundestag, è stato sostituito con un voto dei deputati dal partito dallo semisconosciuto Ralph Brinkhaus, che vanta delle posizioni di destra conservatrice. 

  • L'evento è una cattiva notizia per Merkel, in quanto Brinkhaus è stato votato nonostante il suo fermo sostegno a Kauder, presidente dal 2005. Anche se per ora la fiducia alla cancelliera non è in discussione, il suo margine di manovra appare ora molto ridotto dalla decisione del suo stesso partito. 


Emmanuel Macron e il dilemma della grandeur

Dopo dieci anni di una politica estera francese confusa, Emmanuel Macron ha indicato nel suo discorso all'Assemblea Generale della Nazioni Unite che desidera restituire alla Francia la sua autorevolezza. Tra echi di Dominique de Villepin e di De Gaulle, il capo di stato francese si pone come difensore di un "multilateralismo" globale, in opposizione all'unilateralismo trumpiano. 

  • Al centro del concetto di multilateralismo macroniano c'è la visione di una Francia a propulsione internazionale come "potenza mediatrice", inserita in Europa e nel mondo, che "aiuti l'Europa a divenire leader del mondo libero". 


Salgono le probabilità di un secondo referendum sulla Brexit

Il Congresso del partito Laburista che si è concluso mercoledì ha fatto emergere una posizione più chiara sui negoziati della Brexit, proprio mentre il piano presentato dal governo di Theresa May è rifiutato da ogni parte e l'equilibrio all'interno del partito Conservatore vacilla. 

  • Tramite Corbyn, il partito Laburista ha finalmente rotto gli indugi sul sostegno a un secondo referendum sulla Brexit, nel caso in cui il piano attuale venga rifiutato al parlamento, una possibilità sempre più concreta ora che May fatica a riprendere il controllo del suo partito. 


L'ombra del secessionismo sulle elezioni in Bosnia-Herzegovina

L’interminabile balcanizzazione dell’ex Jugoslavia pare non avere fine, e come una matrioska ogni stato sembra contenerne altri al suo interno. Un fenomeno da scenario medioevale, che promette serie difficoltà al percorso di ingresso nell’Unione della candidata Bosnia-Herzegovina.

  • La divisione su base etnica è evidente soprattutto nelle elezioni che avranno luogo domenica 7 ottobre, e minaccia di avere conseguenze importanti: una vittoria dei leader nazionalisti come il serbo Milorad Dodik e il croato Dragan Covic potrebbe portare a una ulteriore spinta verso la disgregazione del Paese. 


La Svezia cerca di ritrovare la sua voce a Bruxelles

La questione europea è stata la grande assente alle elezioni svedesi del 9 settembre. Il governo del dimissionario Stefan Löfven è accusato di essersi troppo concentrato su una legislazione europea sulla politica sociale, abbandonando ogni tentativo di influenzare il dibattito europeo.

  • I partiti di destra che dovrebbero formare una coalizione di governo hanno già affermato che cercheranno di riprendere il proprio posto ai tavoli negoziali, soprattutto in vista dei negoziati sul bilancio pluriennale ai quali, fino a oggi, la Svezia ha partecipato poco. 


Anche senza Ceo, Rail Baltica non deraglia 

Baiba Rubesa, Ceo di Rb Rail, la società responsabile del progetto di infrastrutture ferroviarie regionale Rail Baltica, ha dato le dimissioni, ma gli azionari e i governi di Estonia, Lettonia e Lituania sono determinati a portare a termine il progetto, che collegherà i paesi baltici alla rete ferroviaria europea.  

  • Rail Baltica, nonostante le difficoltà e i disaccordi tra i paesi, è considerato un progetto prioritario da parte di Bruxelles: unendo i paesi baltici a Helsinki e Varsavia, porterà indubbi benefici economici alla regione. 


Fort Trump

Il 18 settembre il presidente polacco Andrzej Duda ha incontrato Donald Trump a Washington per firmare una dichiarazione congiunta sulla cooperazione tra i due paesi su una serie di settori, tra cui la difesa, l'energia, il commercio e gli investimenti, indicando la nuova centralità del rapporto tra Washinton e Varsavia.

  • La promessa di Trump di creare una nuova base in Polonia, che Duda ha dichiarato che si chiamerà "Fort Trump", punta a rafforzare il ruolo della Polonia nella sicurezza della regione e a un'evoluzione di lungo periodo del paesaggio geopolitico dell'Europa.   


Il nuovo governo sloveno si affaccia all'Europa

La Slovenia ha un nuovo governo di centro-sinistra,  guidato dall'ex giornalista e imitatore Marjan Šarec e nominato dal Parlamento con 43 voti su 90. Il piccolo paese alpino si trova a dover affrontare molte sfide, prima fra tutte la necessità di riformare i propri servizi pubblici e definire il proprio interesse nazionale in Europa e nel mondo. 

  • La Slovenia viene considerata un paese serio in Europa,  vista la sua posizione saldamente vicina al "nocciolo duro" dell'Unione, nonostante sia circondata da paesi con governi euroscettici. Partendo da questo, il nuovo governo deve costruire una propria credibilità europea, soprattutto in vista della presidenza dell'Unione nel 2021.

 


SPECIALE | DIPLOMAZIA VATICANA

La lunga marcia dell'accordo tra Santa Sede e Cina 

L’annuncio della firma di un accordo "provvisorio" tra la Santa Sede e la Cina sulla nomina dei vescovi, che punta alla riconciliazione tra la Chiesa ufficiale e la Chiesa sotterranea legata al papa, solleva molte domande sul futuro delle relazioni tra Vaticano e Pechino. Come primo atto dell'accordo, la pubblicazione di un comunicato del Vaticano ha tolto la scomunica a otto vescovi "ufficiali" che erano stati ordinati senza il consenso del papa dall'Associazione patriottica cinese.  
Lo storico accordo è il risultato di decenni di diplomazia sotterranea, che hanno avuto un'accelerazione grazie a papa Francesco, il segretario di Stato Pietro Parolin e il veterano della diplomazia vaticana Carlo-Maria Celli. Ciononostante, la svolta ha dei detrattori all'interno e all'esterno della Curia, che la vedono come dannosa sul lungo periodo per i cattolici cinesi. Leggi la nostra analisi approfondita.  

 


| ASIA INTERMEDIA 

L'Iran nell'era della trasparenza finanziaria

Il termine concesso dal Gruppo di Azione Finanziaria (Gafi) all'Iran per conformarsi agli standard internazionali in materia di lotta al finanziamento al terrorismo scade a inizio ottobre. Nonostante il Gafi minacci delle sanzioni imminenti contro Teheran qualora non applicasse le misure, la classe politica iraniana è divisa sul da farsi.  

  • La principale ragione del contendere è il fatto che l'adozione delle misure potrebbe rendere impossibile il finanziamento ad attori stranieri come Hezbollah e Hamas, pedine fondamentali della politica estera iraniana. 

    Su di me

    Giovanni Collot

    Giovanni Collot is a journalist specialized in US politics and European Affairs. Since March 2013 he is living in Bruxelles where he has been the editor of The New European magazine. He is co-founder of iMerica.