Il terrorismo islamista sfrutta le vie del mare: i pericoli per l’Italia

  • 11 gennaio 2019
Il terrorismo islamista sfrutta le vie del mare: i pericoli per l’Italia

La minaccia terroristica viaggia veloce, si sposta via mare, e potrebbe minacciare direttamente l’Italia e le sue coste meridionali. Nella notte tra martedì e mercoledì, i carabinieri di Palermo hanno disposto 15 fermi nei confronti di altrettante persone accusate, tra gli altri reati, di istigazione a commettere delitti in materia di terrorismo e associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Da ciò che è emerso nelle ultime ore, i soggetti in questione erano soliti organizzare viaggi di migranti tra la Tunisia e l’Italia, servendosi di natanti o piccole imbarcazioni di fortuna. 

Sul profilo Facebook di uno dei fermati, le forze dell’ordine hanno trovato dei video di alcune esecuzioni capitali di Jihadi John, uno dei più noti boia dello Stato Islamico. Nel fornire una spiegazione approfondita dell’indagine, la Procura di Palermo non ha utilizzato mezzi termini, parlando di una “attuale e concreta minaccia alla sicurezza internazionale”. Tutto iniziò nell’estate del 2016, quando un detenuto rinchiuso nel carcere di Sanremo chiese di essere ascoltato dalle autorità “per evitare un esercito di kamikaze in Italia”. Negli ultimi due anni, le indagini dei carabinieri hanno permesso di rivelare l’esistenza di una rete criminale che gestiva il traffico di esseri umani, tra i quali anche pericolosi criminali e individui ricercati per terrorismo. 

L’operazione, culminata nella notte di martedì, è stata denominata “Abiad”, e ha coinvolto le città di Palermo, Trapani, Caltanissetta e Brescia. Il gruppo criminale, composto da tunisini e palermitani, chiedeva circa 2.500 euro per trasportare piccoli gruppi di nordafricani dalle coste del maghreb all’Italia, in particolar modo verso la Sicilia e le coste trapanesi. Dalle indagini è emerso che il servizio di trasporto appariva particolarmente conveniente per i soggetti tunisini ricercati, specialmente per quelli sospettati di avere qualche legame con le organizzazioni terroristiche. 

“I risultati di queste indagini sono estremamente preoccupanti, specialmente per l’Italia – afferma Stefano Maullu, europarlamentare di Fratelli d’Italia; - Dopo la decapitazione delle due turiste in Marocco e gli attentati delle scorse settimane nell’Africa settentrionale, la minaccia terroristica sembra avvicinarsi sempre di più all’Italia, con gravi conseguenze per la nostra sicurezza. L’operazione “Abiad” conferma anche un dato fondamentale: una parte dei soggetti più pericolosi, quelli legati al terrorismo, si sposta nelle acque tra l’Africa settentrionale e l’Italia, minacciando direttamente le nostre coste. La soluzione è quella che ripetiamo ormai da anni: un massiccio blocco navale nel Mediterraneo, in modo tale da neutralizzare la possibilità che gli estremisti raggiungano le nostre frontiere”. 

Alcuni degli indagati, sul proprio profilo Facebook, avevano pubblicato immagini o riferimenti diretti al terrorismo di matrice islamica, per il quale manifestavano un supporto fin troppo evidente. Uno dei membri del gruppo criminale, peraltro, era solito gestire un’intensa attività di propaganda online, esaltando il terrorismo di matrice islamica e diffondendo i messaggi d’odio dell’Isis.

Autore: Riccardo Intini